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Capitolo Sette - Necessità d'Arte

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Messaggio Da Madama Pince Ven Mag 10, 2013 7:05 pm



Capitolo Sette - Necessità d'Arte Arte10

Ti stai aggirando per i corridoi del Castello.
Tra i mille pensieri che ti vengono in mente, c'è anche quello sui capolavori artistici presenti nella scuola di magia e stregoneria.
Realizzi che gli unici rimasugli d'arte magica sono appesi ai muri di Hogwarts a ricordare tempi che furono.

All'improvviso nasce in te un desiderio ardito: quello di realizzare una tua opera d'arte di portata tale da essere mantenuta ad Hogwarts per i tempi futuri!
Vuoi realizzare un'opera che rappresenti il Mondo Magico di adesso e sai che solo la Stanza delle Necessità si può prestare alla creazione di un capolavoro di tale entità!



Cosa vuoi realizzare? Perché scegli proprio quella cosa?
Come fai a trovare tutti i materiali che ti servono?
A chi dedichi il tuo capolavoro?
Quali sono le tue aspirazioni e i tuoi sogni legati a quest'opera d'arte?



Inventa un racconto (ricordati di controllare che sia conforme al regolamento!) usando le precedenti domande come spunto di lavoro.



Ricorda che la storia va consegnata a me tramite mp entro venerdì 31 maggio. Il 10 di giugno la giuria svelerà i vincitori e comunicherà il nuovo tema del mese.
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Messaggio Da Madama Pince Sab Ago 24, 2013 5:58 pm

Mi rincresce e mi dispiace comunicarvi i risultati del contest con così tanto ritardo ma ho passato un'estate alquanto scombussolante!
Sono stata vittima di un potente incantesimo Confudus che mi ha fatto dimenticare chi fossi! Ho passato diverse settimane al San Mungo ma ora sono ritornata a Scuola, finalmente!

Quindi ecco i vincitori:

Prima Classificata: Merida DunBrock con 152,75 punti! Vince 25 punti casa e 25 galeoni! Complimenti!
Secondo Classificato: maicr con 147 punti! Vince 20 punti casa e 20 galeoni! Bravo!
Terzo Classificato: Benny Wesit96 con 141,5 punti! Guagagna 15 punti casa e 15 galeoni! Complimenti!
Quarta Classificata: ely dumbledore 98 che vince 10 punti casa e 10 galeoni! Brava!

Ecco i temi di questo capitolo!
L'appuntamento è al 10 di Settembre quando verrà comunicato il nuovo tema del Contest Letterario!


Merida DunBrock
Dal diario di Eveline Beckett

Hogwarts, torre Corvonero, Sabato
3 maggio 1890


Per quanto ami lo studio non
sopporto più questo posto e chi vi abita credendosene l’unico dispotico
padrone. Le sue idee malate non porteranno nulla di buono. Il problema è che
lui non è l’unico a pensarla così, ci sono molti, moltissimi altri, che portano
avanti la medesima bandiera. Ho paura che nel giro di qualche decennio possa
scoppiare una guerra. È inevitabile. Sarebbe sbagliato permettere a questa
gente di vincere. Non so se sia giusto chiamarlo pessimismo, ma dobbiamo tenere
alta la guardia, non addormentarci né vedere roseo ciò che è torbido. Tutto
questo non svanirà da solo come una nuvola di fumo. Servirà un forte vento per
ripulire l’aria. Come può pensare di vietare l’accesso alla scuola a degli
studenti solo perché di origine babbana? Dobbiamo restare uniti e portare
avanti la nostra lotta. Questo castello è come un microcosmo in cui agiscono
forze opposte, lui da una parte, noi dall’altra. Ad ogni azione corrisponde una
reazione eguale e contraria. È una scacchiera, neri contro bianchi. Una mossa a
testa. Phineas Nigellus Black preparati alla sconfitta. Jasper mi ha dato
appuntamento davanti alla Signora Grassa alle nove di stasera. Vorrei essere
già lì.


Domenica 4 maggio 1890

Mentre aspettavo Jasper mi sono
soffermata ad osservare la Signora Grassa. Russava sonoramente facendo alzare
ed abbassare la tazza da tè che aveva appoggiato in bilico sullo stomaco.
Caspita, la scuola è piena di dipinti come questo-ho pensato-ognuno di loro
racconta una storia diversa. In quel momento è uscito Jasper e siamo andati
insieme alla ricerca della Stanza delle Necessità, appuntamento concordato con
tutto il gruppo. Dentro c’erano già Sophie e Thomas, intenti a sperimentare l’Incanto
Patronus. Abbiamo dedicato la riunione ad alcuni incantesimi di difesa avanzati
e ad alcuni cenni di Occlumanzia. I ragazzini del primo anno sono coraggiosi,
mi ricordano noi quattro. Una Corvonero, un Grifondoro, una Tassorosso e un Serpeverde.
Notturna, Grigiofumo, Danzante e Zampanera. Chissà se a qualcuno interesserà
mai la nostra storia. Siamo rientrati verso mezzanotte, prestando la massima
attenzione a non farci sorprendere, trattenendo il fiato ad ogni minimo rumore.
Oggi non è successo nulla di particolare, come ogni domenica abbiamo passato il
tempo a studiare in vista dei MAGO. Accio diploma!


Lunedì 5 maggio 1890

Ennesimo Eccellente in Pozioni! Ieri
sera mi sono addormentata pensando a noi quattro ed alla Signora Grassa. Anche
noi meriteremmo di essere protagonisti di un dipinto. I magnifici quattro
immortalati per sempre, a testimonianza del coraggio e dell’intelligenza con
cui abbiamo combattuto. Punti cardinali per le menti del futuro. L’arte mi ha
sempre affascinata in tutte le sue forme. Le pitture delle tombe egizie sono
ancor più straordinarie se si pensa che non vi è magia nel vero senso della
parola, nessun sortilegio, ma tecnica ed eleganza nel tratto. E poi i pittori
del Rinascimento italiano, del Romanticismo inglese…il Bacio di Hayez. Chissà
perché ogni volta che penso a quest’ultimo dipinto mi viene in mente anche
Jasper. Oh ma che dico, io lo so benissimo il perché… La Stanza delle Necessità
mi attende. Domani dopo pranzo devo assolutamente andarci. 


Martedì 6 maggio 1890

Sono stanchissima, ma non riesco
a dormire, sono troppo emozionata. Come già anticipato, dopo pranzo sono andata
alla ricerca del luogo ideale per creare un’opera d’arte. Cercando di non dare
nell’occhio ho tastato la parete alla ricerca della maniglia. D’altra parte è
risaputo che noi Corvonero passeggiamo spesso con la testa tra le nuvole. Una
volta entrata mi sono fatta largo tra le cataste di oggetti. C’è davvero di
tutto in quel luogo. Se Hogwarts è piena di quadri significa che i pittori che
li hanno realizzati sono stati qui, infatti ho trovato dei pennelli rinsecchiti
e spelacchiati, un cavalletto zoppo e una tela impolverata. Ho sistemato il
cavalletto con un paio di Reparo e ripulito la tela, mentre i pennelli sono
tutt’ora immersi in un secchio d’acqua. Ho anche inviato un gufo a mia zia per
farmi spedire dei colori nuovi, conoscendola si starà chiedendo a cosa mi
servano. Spero che non ci voglia troppo tempo, ma per ingannare l’attesa ho
iniziato a preparare alcuni schizzi. 


Mercoledì 7 maggio 1890

Oggi calma piatta. Fortunatamente
Black odia noi studenti, quindi non si fa vedere troppo in giro. Secondo me
sotto sotto ha paura. Pix ha nuovamente inseguito la custode brandendo una
scopa.


Giovedì 8 maggio 1890

Stamattina sono arrivati i colori!
Nel pomeriggio, dopo aver studiato Aritmanzia e fatto i compiti di Difesa
contro le Arti Oscure, mi sono precipitata nella Stanza e ho iniziato il
quadro. Tratto dopo tratto ho riportato il mio schizzo migliore sulla tela. Ho
sempre amato disegnare. Poi ho aperto i tubetti dei colori ad olio e ho
iniziato a stendere le basi con pennellate decise, pian piano ho arricchito con
piccoli dettagli ed ombreggiature. Man mano che procedevo, asciugavo gli strati
di colore con l’Incantesimo dell’Aria Calda. Mentre dipingevo mi sono chiesta
cosa avrei fatto con il quadro una volta terminato. La soluzione migliore mi
sembra appenderlo nella nostra Sala Riunioni Segrete, dove i Cavalieri Bianchi
si riuniscono. In fondo raffigura noi quattro fondatori, che il prossimo anno
saremo altrove. Certo, appenderlo in Sala Grande sotto gli occhi di tutti
sarebbe magnifico. La Sala però è il nostro luogo segreto, quello che ci ha
uniti e ha fatto nascere la nostra amicizia. La cosa più bella di questi sette
anni, i primi trascorsi insieme. Il tempo è davvero volato ed il quadro
terminato. 


Venerdì 9 maggio 1890

Con un efficace Incantesimo di
Disillusione ho portato il quadro a destinazione, lontano da occhi indiscreti.
Accidenti, vederlo sulla parete mi fa un certo effetto! Ho scelto di raffigurare
i nostri Patronus, una civetta Notturna, un lupo Grigiofumo, un colibrì
Danzante e una volpe Zampanera. A chi potrei dedicarlo se non a loro? 


“Ai migliori amici che potessi desiderare, perché i nostri sogni e le
nostre lotte vengano portati avanti, di generazione in generazione.”


Domani sera ci sarà la riunione
come ogni sabato. In fondo mi mancherà un po’ l’adrenalina che i nostri
incontri si portano appresso. Quante volte abbiamo rischiato di farci scoprire!
Jasper si è finalmente deciso ad invitarmi al Ballo per il Diploma. Quello
zuccone ci ha messo un po’ di tempo, ma alla fine ha capito!









maicr
Era una notte di primavera, una delle tante notti silenziose e oscure che scandiscono i giorni della vita a Hogwarts; quella notte era il mio turno di ronda, era mio dovere controllare che nessuno studente uscisse dai dormitori per andare a spasso per il castello. Stavo salendo le grandi scale che portano dalla Sala Grande al primo piano quando mi fermai per quello che ormai era diventata una routine delle mie ronde serali: mi fermai ad ammirare la moltitudine di quadri che adornava le mura del castello; quadri di ogni dimensione e stile, con colori sgargianti o ormai offuscati dal tempo, raffiguranti i soggetti più vari, tutti rigorosamente animati. Quello che adoravo di quella visione era il senso di tempo, di storia, di maestosità che si poteva percepire attraverso la contemplazione di quelle figure prodotte in tempi remoti, figure che permettevano di far vivere ancora oggi, in mezzo a noi, persone e momenti del passato. In fondo, come affermava il filosofo babbano di cui avevo parlato la mattina stessa a lezione con i ragazzi del 7° anno, l’arte è un mezzo che permette di rendere immortale ciò che raffigura, è una via che ci permette di ricordare e sentire presente tra noi il soggetto dell’opera stessa.
Mentre ero assorto in tutti quei pensieri, notai che in alto, proprio in cima allo scalone principale, vi era uno spazio libero nella parete, uno spazio che nessuno aveva ancora provveduto a riempire con un quadro e d’un tratto una folle idea prese possesso della mia mente: sarei stato io a riempire quello spazio, sarei stato io, con le mie mani, a rendere immortale quel momento della vita del castello, quei sentimenti, quelle emozioni che noi tutti stavamo vivendo in quei giorni! Si! Avrei riprodotto la Coppa Tremaghi vinta dalla nostra scuola solo poche settimane prima! Era un evento che doveva passare alla storia, un evento che nessuno avrebbe mai dovuto e potuto dimenticare!
Partii quindi di corsa verso il settimo piano, avevo bisogno di un luogo dove lavorare in pace e serenità lontano da occhi indiscreti, e quale posto migliore della Stanza delle Necessità? 
Passai tre volte davanti all’ormai solito muro, pensai intensamente a ciò di cui avevo bisogno ed ecco che, come consuetudine, mi comparse davanti la porta della stanza pronta ad accogliermi! Appena entrato capii subito che la stanza mi aveva compreso ed esaudito nel migliore dei modi; mi trovavo in una stanza spaziosa e molto luminosa: al centro vi era un grande cavalletto che reggeva una tela pronta ad essere trasformata nel quadro che avevo nella mia mente; a lato vi era un grande tavolo con sopra tutto il necessario per preparare i colori e per dipingere e lungo i muri si trovava una serie di scaffali con libri sulla pittura, sulle tecniche, sull’uso dei colori e tutto ciò che era necessario alla buona uscita di un’opera !
Preparai tutto l’occorrente, mi sedetti davanti alla tela, presi in mano il pennello e solo in quel momento mi ricordai che ero assolutamente negato a disegnare e colorare! Quando ero ancora un povero studente la professoressa di CDCM mi penalizzava sempre perché i disegni dei miei compiti assomigliavano più a dei mostri che a delle creature magiche! D’accordo che certe volte non c’era tutta questa differenza tra le due cose, però… 
Mi alzai rattristato, riposi il pennello e mi avvicinai alla libreria; proprio in quel momento mi cadde in testa un libro che sembrava provvidenziale (forse la stanza aveva intuito le mie necessità? ), la copertina recitava: “Un quadro in 10 mosse: guida pratica per maghi sprovvisti di vena artistica”. Raccolsi il libro da terra e cominciai a leggerlo, esso conteneva una serie di consigli per ottenere un buon risultato sulla tela, oltre a una serie di piccoli “aiuti magici” che mi avrebbero permesso di perfezionare il risultato! Seguendo meticolosamente le istruzioni del libro provvidenzialmente caduto sulla mia testa arrivai a ottenere un quadro più che accettabile! A quel punto estrassi la bacchetta e misi in pratica quegli incantesimi che descriveva, in particolare uno che rese la coppa Tremaghi che avevo dipinto luminosa, lucida e splendente come l’originale!
Il mio quadro ormai era completato, uscii di corsa dalla Stanza delle Necessità, era ormai quasi mattino e volevo che l’opera fosse al suo posto prima che studenti e colleghi uscissero dai loro dormitori! 
Appesi il quadro in quel buco vuoto rimasto sul muro e incisi sulla cornice la dedica: “Alla nostra campionessa Elly e a tutti i Giratempini che hanno reso possibile questa grande vittoria”.

La mia missione era ormai compiuta, ero riuscito nell’intento di creare un’opera che rimanesse per sempre sulle mura del castello (in questo senso l’incantesimo di adesione permanente aiutava nello scopo) e ricordasse a tutti la grandezza e il prestigio che la nostra scuola aveva ottenuto grazie alla bravura e allo spirito di collaborazione dei suoi studenti. Quella coppa che risplendeva in cima alle scale era il simbolo dell’amicizia, quell’amicizia che unisce i nostri studenti e professori, quell’amicizia che non è solo una parola all’interno di un motto ma un qualcosa di più, un grande valore che ci unisce e ci spinge a fare grandi cose insieme, un grande valore che ci ha portati a un grande risultato. La coppa Tremaghi che d’ora in poi svetterà in cima allo scalone principale avrà proprio lo scopo di ricordare a tutti i grandi risultati che si possono ottenere se si lavora tutti insieme in uno spirito di amicizia e divertimento.





Benny Wesit96
Era un pomeriggio assolato di fine Maggio; gli esami incombevano minacciosi sulla vita sociale degli studenti di Hogwarts: i corridoi del castello sembravano molto più larghi ora che tutti, o quasi, preferivano la biblioteca o la propria Sala Comune per ripassare freneticamente quelli che sarebbe potuti essere gli argomenti d’esame. Persino Pix il poltergeist trovava penosa quella situazione, tanto che aveva pensato bene di dar fastidio alla professoressa di Pozioni piuttosto che agli studenti. 
«Sono per la campagna anti-Pix» aveva annunciato una mattina, esasperata dalle torture psicologiche che il poltergeist ideava di continuo. La sua campagna, comunque, venne appoggiata soltanto da un numero ristretto di studenti Serpeverde - probabilmente sottoposti alla maledizione Imperio - e da Gazza, che assunse la carica di cacciatore di poltergeist ad honorem.
Ad ogni modo, se non si considerano gli scherzi escogitati da Pix, la scuola era un totale mortorio, di cui soltanto pochi seppero approfittare. Uno di questi fu Benny Wesit, uno studente della Casa Tassorosso particolarmente furbo e versato nell’arte di sfuggire ai guai. 
Quando gli chiedevano perché non ripassasse come tutti gli altri, rispondeva «posso permetterlo, visto che ho studiato tutto l’anno». Come dargli torto...
Tornando alla nostra storia, come abbiamo già detto, era un pomeriggio assolato di fine Maggio... Benny aveva deciso di passare in rassegna tutti i piani del castello con l’intento di scoprire qualche nuovo passaggio segreto. Stava perlustrando per la terza volta il settimo piano quando notò un arazzo alquanto particolare che rappresentava un mago che insegnava ad un Troll come ballare.
«Certo che chi ha fatto questo doveva avere proprio una bella fantasia!» commentò ridendo. «Certo che deve avere tanti anni, però» pensò poi, riflettendo sul suo aspetto, «questo vuol dire che ha una qualche sua importanza...»
Questo pensiero lo accompagnò fino a quella sera, quando, a cena, si decise a lasciare anche lui qualcosa alla scuola, qualcosa che potesse durare almeno trecentonovantaquattro anni.

* * * * *

La mattina seguente si alzò di buon’ora e, zaino in spalla, fece una prima sosta alle cucine.
«Scrint, mi servirebbe un tappeto bello grosso... Anche vecchio, eh! Sapresti dirmi dove ne posso trovare uno, per caso?» chiede ad un elfo suo amico.
«Che strana richiesta, signore!» squittì Scrint, «nella Stanza va’ e vieni ce ne sono tanti, ce li mettiamo noi quando si scuciono o si strappano!»
«La Stanza delle Necessità?» domandò il Tassorosso, interessato, «grazie mille!» disse poi, prima di scomparire all’orizzonte. La Stanza delle Necessità era il luogo adatto! Come aveva fatto a non pensarci? Offriva di tutto e di più, non c’era pericolo che ti interrompessero... Ed era un laboratorio, se si voleva.
Dopo il solito rito, Benny potrò entrare nella Stanza, che gli si presentò molto disordinata come al solito: poltrone, divani, librerie e sedie giacevano un po’ dappertutto... Ma non era un disordine disordinato, bensì un disordine ordinato tipico della collezione di un collezionista di cianfrusaglie.
Ad ogni modo, c’erano molti tappeti, come gli aveva detto poco prima Scrint. Dopo una scrupolosa selezione, un tappeto tanto grande quando invecchiato risultò il miglior concorrente.
Benny non era particolarmente bravo col disegno a mano libera, ma ciò che aveva in mente non richiedeva una gran preparazione artistica... Quindi, pieno di fiducia, svuotò lo zaino di pennelli, colori e gessi ed iniziò...

* * * * *

«Un capolavoro, non trova anche lei?» 
«Ehm... Cosa sarebbe, Wesit?» chiese la professoressa LadyVoldemort, fingendo di non capire cosa ci fosse disegnato su quell’arazzo.
«Ma come? Non si riconosce? E’ lei che viene inseguita da Pix!» sbottò il Tassorosso, a metà tra il ridere e lo sbuffare.
«Oh... Capis...» iniziò con voce soggiocata, ma si riprese subito, «vorresti prendermi in giro?»
«Oh...» sospirò il ragazzo, imbarazzato, «a dir la verità no... L’ho dedicato a lei...»
Quella fu l’unica volta che Lady Voldemort provò quasi affetto per qualcuno... Peccato che quella era solo una parte della verità: l’arazzo avrebbe dovuto ricordare la professoressa di Pozioni e quei meravigliosi giorni della sua campagna anti-Pix.






Ely Dumbledore98
Eccomi! Ero arrivata! Finalmente ero entrata nell'enorme stanza delle necessità e potevo creare la mia opera.. D'arte sì Capitolo Sette - Necessità d'Arte 3801196445
Diciamo che vivere sette anni ad Hogwarts e passare per corridoi oppressi da quadri ogni santo giorno aveva i suoi effetti, sì. 
Ebbene.. Mi ritrovai ben presto a voler vedere esposto un quadro.. E non un semplice e comune quadro! Qualcosa creato da me e che avesse tutto quello che avrei voluto. E dato che c'ero - non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione - volevo anche avere la possibilità di parlare con qualcuno.. Ma con chi? Chi mai potevo raffigurare in modo che mi potesse parlare? 
Ah! Ma ci sono! Tutti sarebbero stati contenti della mia scelta! In particolare certe persone..
Presi colori, carta, pastelli, tutto rigorosamente azzurro!! E che azzurro! Era azzurro puffo oserei dire; insomma.. Probabilmente la scena poteva suonare un pò bizzarra, ma in fondo in fondo era anche curiosa e divertente. 
Alla fine erano stati raffigurati sei puffi che - mossi dalla magia - parlavano fra loro e saltellavano qua e là con le loro zampette. Il più vecchio aveva un cappello con scritto 'Franz', accompagnato da un puffo di nome 'maic' e uno di nome 'Ben'.. Sì, avete capito bene, i puffi sono i professori della scuola di Giratempo! E a cosa serviranno? Semplice! Li piazzeremo nelle cripte, dove saranno costretti a parlare con i fantasmi e a sopportarsi le grinfie di Mirtilla! (Poi..si sa..le love story iniziano dai momenti paurosi)
"Così finamente" mi dissi "la finiranno di dare continuamente T agli studenti!" 
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