Harry Potter: una visione aristocratica?
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Opaleye
sevy
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Harry Potter: una visione aristocratica?
Ragazzi, vi espongo una questione che mi aveva suggerito il mio prof di filosofia un paio di anni fa.
Diciamo sempre che Harry Potter tratta di begli ideali ecc. (sono perfettamente d'accordo, eh!), però, non è una visione un po' aristocratica del sapere, il ritenere di poter essere maghi solo se si è nati con tale capacità? Cioè, mi sembra che assomigli un po' alla visione di alcuni sapienti antichi, che ritenevano che solo coloro che erano "eletti", per cosiddire, che cioè nascevano con capacità insite potevano accedere alla conoscenza. In qualche modo, non si può dire lo stesso di Hp? Cioè che solo coloro che nascono con la magia (=eletti) possono accedere al sapere (magico)? E questo non fa della comunità magica un'espressione di una visione aristocratica del sapere?
Lo so che è una cosa un po' contorta, ma la questione mi affascina Volevo sapere la vostra opinione
Diciamo sempre che Harry Potter tratta di begli ideali ecc. (sono perfettamente d'accordo, eh!), però, non è una visione un po' aristocratica del sapere, il ritenere di poter essere maghi solo se si è nati con tale capacità? Cioè, mi sembra che assomigli un po' alla visione di alcuni sapienti antichi, che ritenevano che solo coloro che erano "eletti", per cosiddire, che cioè nascevano con capacità insite potevano accedere alla conoscenza. In qualche modo, non si può dire lo stesso di Hp? Cioè che solo coloro che nascono con la magia (=eletti) possono accedere al sapere (magico)? E questo non fa della comunità magica un'espressione di una visione aristocratica del sapere?
Lo so che è una cosa un po' contorta, ma la questione mi affascina Volevo sapere la vostra opinione
Re: Harry Potter: una visione aristocratica?
Io voglio conoscere il tuo prof di filosofia!!
Comunque in un certo senso sì, i maghi sono come degli eletti che hanno la possibilità di accedere a un mondo staccato dall'altro, da quello della gente comune. E vanno a vivere tra "eletti" appunto, vengono educati a essere degli eletti e ad usare la magia che posseggono.
Nessuno ti può insegnare ad essere un mago. O lo sei, o non lo sei (e noi lo siamo )
Comunque non so a te, ma a me la prima volta che ho letto il primo libro è proprio questo che mi ci ha fatto appassionare: il fatto che Harry scoprisse di avere questa qualità che nessun altro di quelli che conosceva aveva. E' questo che rende i maghi davvero speciali e anche il lettore si sente inevitabilmente speciale.
Comunque in un certo senso sì, i maghi sono come degli eletti che hanno la possibilità di accedere a un mondo staccato dall'altro, da quello della gente comune. E vanno a vivere tra "eletti" appunto, vengono educati a essere degli eletti e ad usare la magia che posseggono.
Nessuno ti può insegnare ad essere un mago. O lo sei, o non lo sei (e noi lo siamo )
Comunque non so a te, ma a me la prima volta che ho letto il primo libro è proprio questo che mi ci ha fatto appassionare: il fatto che Harry scoprisse di avere questa qualità che nessun altro di quelli che conosceva aveva. E' questo che rende i maghi davvero speciali e anche il lettore si sente inevitabilmente speciale.
Opaleye- Stregone
- GiratempoWeb Home of Magic : http://www.giratempoweb.net
Personaggio
Ruolo: Aritmanzia
Re: Harry Potter: una visione aristocratica?
Hahaha in effetti è un vero mito!
Hm, sì, in effetti è vero; questo può davvero far sentire il lettore speciale. D'altra parte non relega gli altri esseri umani - i Babbani, per intenderci - ad un rango "inferiore"? Ogni tanto mi sembra che sia quasi una concessione la loro accettazione nella società. D'altro canto è vero che questo è temperato dall'ammirazione per la capacità dei Babbani di essere in grado di inventare tecnologie (vedi Arthur Weasley).
Comunque, in sostanza, mi trovo d'accordo con il tuo ragionamento. La visione è certamente aristocratica, però fa parte del suo charme! Anche se qeusto fatto apre un sacco di questioni nella mia mente... che mi devo sforzare di dimeneticare altrimenti non andrò più avanti con lo studio!
Hm, sì, in effetti è vero; questo può davvero far sentire il lettore speciale. D'altra parte non relega gli altri esseri umani - i Babbani, per intenderci - ad un rango "inferiore"? Ogni tanto mi sembra che sia quasi una concessione la loro accettazione nella società. D'altro canto è vero che questo è temperato dall'ammirazione per la capacità dei Babbani di essere in grado di inventare tecnologie (vedi Arthur Weasley).
Comunque, in sostanza, mi trovo d'accordo con il tuo ragionamento. La visione è certamente aristocratica, però fa parte del suo charme! Anche se qeusto fatto apre un sacco di questioni nella mia mente... che mi devo sforzare di dimeneticare altrimenti non andrò più avanti con lo studio!
Re: Harry Potter: una visione aristocratica?
Dipende pur sempre dal tipo di filosofo a cui ti riferisci (metti a confronto Eraclito e Parmenide, per esempio)... Però è pure vero che nessuno può accedere al sapere magico se non nasce con quella "predisposizione".
Però non me la sento di dire che la concezione del sapere magico sia qualcosa legato alla concezione di sapere aristocratico... Personalmente, ritengo che ognuno nasca con certe doti e non con altre: la magia, per esempio, non potrebbe essere una di quelle doti non acquisibili? Come le normali discipline (Matematica, Italiano, Inglese o che sia): chiunque può sforzarsi di avvicinarsi, ma se non è predisposto a quel particolare ambito del sapere non può fare più di tanto...
Mi viene in mente un esempio non troppo coerente: gli illusionisti! Pensate alle illusioni che sono in grado di creare senza essere dei veri maghi: sono stupende (), però non è magia!
Non so se mi son fatto capire.
Però non me la sento di dire che la concezione del sapere magico sia qualcosa legato alla concezione di sapere aristocratico... Personalmente, ritengo che ognuno nasca con certe doti e non con altre: la magia, per esempio, non potrebbe essere una di quelle doti non acquisibili? Come le normali discipline (Matematica, Italiano, Inglese o che sia): chiunque può sforzarsi di avvicinarsi, ma se non è predisposto a quel particolare ambito del sapere non può fare più di tanto...
Mi viene in mente un esempio non troppo coerente: gli illusionisti! Pensate alle illusioni che sono in grado di creare senza essere dei veri maghi: sono stupende (), però non è magia!
Non so se mi son fatto capire.
Benny Wesit96- Stregone
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Personaggio
Ruolo: Trasfigurazione
Re: Harry Potter: una visione aristocratica?
Ti sei fatto capire perfettamente
Però non sono d'accordo; non puoi comparare avere la magia con il talento in un qualsiasi ambito. Quello equivale più all'essere dotato in Trasfigurazione piuttosto che in Pozioni. Ma anche chi è totalmente negato in matematica (anche se non credo moltissimo a questa cosa dell'"essere dotati") può avvicinarsi alla materia ed imparare i ridumenti. Non è così per la magia!
Però non sono d'accordo; non puoi comparare avere la magia con il talento in un qualsiasi ambito. Quello equivale più all'essere dotato in Trasfigurazione piuttosto che in Pozioni. Ma anche chi è totalmente negato in matematica (anche se non credo moltissimo a questa cosa dell'"essere dotati") può avvicinarsi alla materia ed imparare i ridumenti. Non è così per la magia!
Re: Harry Potter: una visione aristocratica?
No, infatti, basti pensare che i babbani non devono nemmeno sapere della magia.
Opaleye- Stregone
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Personaggio
Ruolo: Aritmanzia
Re: Harry Potter: una visione aristocratica?
Sarà, ma i babbani non devono sapere della magia come una realtà esistente perchè il timore dei maghi è quello di venire perseguitati di nuovo... non penso che questo fatto, quello di un mondo nascosto sia dovuto all'essere superiore, o per usare il vostro termine "aristocratico," ma piuttosto al semplice istinto di sopravvivenza di un gruppo di persone che altrimenti verrebbero bollate come "anormali". Ma in effetti è proprio la necessità di vivere in clandestinità la chiave di tutto, no? perchè se si arrivasse ad abolire lo statuto di segretezza la conoscenza della magia sarebbe usufruibile a tutti, anche se i babbani non potranno praticarla... inoltre io non penso che i maghi trattino i babbani in termini di inferiorità, ma piuttosto li ritengano un po' ingenuotti perchè (è il caso di dirlo) sapesso e volentieri la magia viene praticata sotto il loro naso e loro non accusano minimamente... (guardacaso il termine muggle è stato aggiunto nell'oxford dictionary proprio col significato di ingenuo)
Re: Harry Potter: una visione aristocratica?
Per come la interpreto io Hogwarts è una scuola di perfezionamento di un particolare talento innato. Un pò come la Juliard e quindi richiede la predisposizione anche minima di qualsivoglia talento magico. Poi se si vede e considera la questione dal punto di vista di alcuni purosangue come i Malfoy allora l'acquisizione di discipline magiche può assumere connotati elitari.
Ma ritenere che l'anonimato e la selezione particolare degli ammessi sia indice di una visione elitaria del sapere magico mi sembra un'affermazione un pò forte. Il fatto di associare la concezione di predisposizione intellettuale, in base alla "casta" di appartenenza, nei riguardi di una data materia ( visione classica della natura e capacità degli uomini- spiegata molto bene da Platone) con un'oggettiva incapacità nel mostrare abilità magiche non è immediato.
Quindi non ritengo che se una scuola circense al corso di funambolismo non ammette un paraplegico pecchi di elitarismo o atteggiamento snob. Si un babbano a suo rischio e pericolo potrebbe studiare magia ma ciò non farebbe di lui un mago e anzi potrebbe andare anche a discapitodelle sue reali capacità ( con la tecnologia si sono raggiunti dei traguardi importanti, delle quasi magie).
Ma ritenere che l'anonimato e la selezione particolare degli ammessi sia indice di una visione elitaria del sapere magico mi sembra un'affermazione un pò forte. Il fatto di associare la concezione di predisposizione intellettuale, in base alla "casta" di appartenenza, nei riguardi di una data materia ( visione classica della natura e capacità degli uomini- spiegata molto bene da Platone) con un'oggettiva incapacità nel mostrare abilità magiche non è immediato.
Quindi non ritengo che se una scuola circense al corso di funambolismo non ammette un paraplegico pecchi di elitarismo o atteggiamento snob. Si un babbano a suo rischio e pericolo potrebbe studiare magia ma ciò non farebbe di lui un mago e anzi potrebbe andare anche a discapitodelle sue reali capacità ( con la tecnologia si sono raggiunti dei traguardi importanti, delle quasi magie).
jules05- Ordine di Merlino 3° Classe
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Personaggio
Ruolo: Studente
Re: Harry Potter: una visione aristocratica?
Hm, posso concordare sul fatto che non sia l'anonimato a rendere la società magica aristocratica, ma non sono d'accordo sul resto.
La visione aristocratica che intendo non è da parte dei maghi stessi - non li sto accusando di essere elitari. È proprio la costruzione stessa della società che la rende tale. L'esistenza stessa di un gruppo di persone con questa possibilità in più li distingue e li rende in qualche modo "eletti". Grazie al modo in cui la magia è trasmessa (ossia in modo innato, non intendendo con questo ereditario), questo preclude il fatto che altri possano apprenderla al di fuori dal gruppo (anche se poterbbero, potenzialmente, come dice Moony, usufruirne indirettamente). Come dici tu, jules, un babbano non ha la possibilità di diventare un mago; per cui, non ha alcun modo di accedere alla magia. Questo equivale un po' a ciò che pensavano pensatori come, per esempio, gli aristocratici ellenici. E con questo non voglio parlare di caste nel senso platonico (quello è un ulteriore passo che in effetti qui non si adatta bene, anche se si potrebbero trovare delle analogie), quanto piuttosto all'idea stessa (penso, fra gli altri, a Parmenide), che la conoscenza sia prerogativa di pochi, che la ricevono come una rivelazione (in un processo piuttosto simile all'innatismo magico).
Ma comunque, ovviamente, si tratta solo di speculazioni filosofiche per passare il tempo! Scusatemi, ma non so resitere a questioni di questo tipo Però voglio davvero sottolineare che con aristocratico non intendo snob, ma elitario (e questo non da parte della società dei maghi - non è colpa dei maghi il fatto che i babbani non lo siano!)
La visione aristocratica che intendo non è da parte dei maghi stessi - non li sto accusando di essere elitari. È proprio la costruzione stessa della società che la rende tale. L'esistenza stessa di un gruppo di persone con questa possibilità in più li distingue e li rende in qualche modo "eletti". Grazie al modo in cui la magia è trasmessa (ossia in modo innato, non intendendo con questo ereditario), questo preclude il fatto che altri possano apprenderla al di fuori dal gruppo (anche se poterbbero, potenzialmente, come dice Moony, usufruirne indirettamente). Come dici tu, jules, un babbano non ha la possibilità di diventare un mago; per cui, non ha alcun modo di accedere alla magia. Questo equivale un po' a ciò che pensavano pensatori come, per esempio, gli aristocratici ellenici. E con questo non voglio parlare di caste nel senso platonico (quello è un ulteriore passo che in effetti qui non si adatta bene, anche se si potrebbero trovare delle analogie), quanto piuttosto all'idea stessa (penso, fra gli altri, a Parmenide), che la conoscenza sia prerogativa di pochi, che la ricevono come una rivelazione (in un processo piuttosto simile all'innatismo magico).
Ma comunque, ovviamente, si tratta solo di speculazioni filosofiche per passare il tempo! Scusatemi, ma non so resitere a questioni di questo tipo Però voglio davvero sottolineare che con aristocratico non intendo snob, ma elitario (e questo non da parte della società dei maghi - non è colpa dei maghi il fatto che i babbani non lo siano!)
Re: Harry Potter: una visione aristocratica?
Sevy, poni questa questione al tuo prof: alla fine Harry Potter trionfa su Voldemort grazie alla magia? Questo, alla fine, è il succo cui mira la Rowling E ovviamente la domanda, per chi ha letto la serie, è retorica, ma credo che darà da rimuginare parecchio al filosofo
Re: Harry Potter: una visione aristocratica?
In effetti la tua risposta mi pare legittima... bene, sono contenta di avere trovato anche un altro punto di vista da cui affrontare la questione. Hai dato a me molto su cui riflettere
Il mio professore tende a lanciarci spunti di riflessione in modo che siamo costretti a ragionare - e devo dire che funziona. La domanda, in questo caso, era chiaramente provocatoria, e ce l'aveva posta come tale, ma non ero stata in grado di ottenere una via di riflessione che mi permettesse veramente di risolvere la questione. Detto questo, ritengo la domanda in sé affascinante per il fatto che - cosa che non succede quasi mai nel mondo accademico (fatta OVVIAMENTE eccezione per te, ci mancherebbe altro XDXD) e soprattutto scolastico - finalmente anche HP viene visto come più di un libro per bambini.
Finora sei stata una delle poche a trattarlo in senso filosofico, e mi era piaciuto molto il fatto che qualche anno fa qualcuno trattasse la saga in questo senso
Il mio professore tende a lanciarci spunti di riflessione in modo che siamo costretti a ragionare - e devo dire che funziona. La domanda, in questo caso, era chiaramente provocatoria, e ce l'aveva posta come tale, ma non ero stata in grado di ottenere una via di riflessione che mi permettesse veramente di risolvere la questione. Detto questo, ritengo la domanda in sé affascinante per il fatto che - cosa che non succede quasi mai nel mondo accademico (fatta OVVIAMENTE eccezione per te, ci mancherebbe altro XDXD) e soprattutto scolastico - finalmente anche HP viene visto come più di un libro per bambini.
Finora sei stata una delle poche a trattarlo in senso filosofico, e mi era piaciuto molto il fatto che qualche anno fa qualcuno trattasse la saga in questo senso
Re: Harry Potter: una visione aristocratica?
sevy ha scritto: Hai dato a me molto su cui riflettere
sevy ha scritto:
Detto questo, ritengo la domanda in sé affascinante per il fatto che - cosa che non succede quasi mai nel mondo accademico (fatta OVVIAMENTE eccezione per te, ci mancherebbe altro XDXD) e soprattutto scolastico - finalmente anche HP viene visto come più di un libro per bambini.
purtroppo sono a conoscenza del problema, IMo generato da ignoranza e preconcetto del genere fantastico da parte die docenti
sevy ha scritto:
Finora sei stata una delle poche a trattarlo in senso filosofico, e mi era piaciuto molto il fatto che qualche anno fa qualcuno trattasse la saga in questo senso
harry Potter e la filosofia era piaciuto anche a me, lo ritengo uno dei 3 migliori saggi potterici italiani, assieme a Lucchetti babbani della Katerinov e Harry Potter al cinema della Oppezzo (quest'ultimo Imo il migliore in assoluto, anche se purtroppo poco conosciuto).
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